GUBBIO: Kore de Alcatraz. Nasce un luogo dove donne sopravvissute alla violenza potranno ricostruirsi una vita autonoma.
L’iniziativa punta a offrire un’opportunità concreta e sostenibile a donne sopravvissute alla violenza di genere e a persone vulnerabili all’interno della Libera Repubblica di Alcatraz, fondata oltre 40 anni fa dalla famiglia Fo Rame.
Presentato ieri (4/02/2025) a Roma, presso la Sede della Scuola di Cittadinanza Domenico De Masi del Fatto Quotidiano, il progetto KORE DE ALCATRAZ promosso dalla Fondazione Dario Fo e Franca Rame e da Kore Impresa Sociale Srl, con il Patrocinio del Comune di Gubbio e del Comune di Perugia.
Alla Conferenza Stampa sono intervenuti Mattea Fo, Presidente della Fondazione Fo Rame; Cesare Fermi, amministratore di Kore; Stefano Bertea, project manager della Fondazione Fo Rame; Cinzia Monteverdi, presidente della Fondazione umanitaria del Fatto Quotidiano; Jacopo Fo, fondatore della Libera Repubblica di Alcatraz e Francesco Gagliardi, vicesindaco del Comune di Gubbio.
Empowerment femminile, reinserimento lavorativo e sostenibilità economica e sociale sono le parole chiave su cui si basano gli obiettivi di “Kore de Alcatraz”, progetto che si propone di offrire formazione, lavoro e supporto a donne sopravvissute alla violenza, ai loro figli, e a persone in condizioni di fragilità. Il cuore della sostenibilità di Kore de Alcatraz sarà l’attività dell’azienda agricola, dove le beneficiarie del progetto potranno acquisire competenze pratiche e professionali, gestendo le attività dell’agriturismo e la coltivazione e trasformazione di prodotti agricoli. Oltre alla linea agricola, come sviluppo successivo, il progetto prevede l’apertura di un laboratorio di sartoria.
Nella sua fase pilota, il progetto “Kore de Alcatraz” prevede l’inserimento di donne e persone vulnerabili beneficiarie selezionate dai percorsi di autonomia promossi da Kore a Roma e dalla Fondazione Corte delle Madri a Pavia (quest’ultima, insieme ad altri partner, forma la rete di sostegno al progetto), persone già pronte per entrare nei processi produttivi e che hanno terminato il percorso di fuoriuscita dalla violenza. Contemporaneamente, nei primi mesi di attività, il progetto si concentrerà sulla creazione di una rete territoriale e sul coinvolgimento delle realtà attive del terzo settore nella provincia di Perugia, con l’obiettivo di garantire inserimenti lavorativi protetti a livello locale. Le persone coinvolte saranno supportate in un ambiente sicuro, per favorire la loro riabilitazione e crescita personale.
“Dopo l’esperienza di accoglienza delle profughe ucraine nel 2022, quando, insieme alla Fondazione Fatto Quotidiano, abbiamo riaperto Alcatraz in una settimana abbiamo deciso che il futuro della nostra struttura sarebbe stato quello di un progetto sociale, per le donne, in ricordo di mia nonna Franca”, ha spiegato Mattea Fo, presidente della Fondazione Fo-Rame, ricordando quando la stessa famiglia riaprì le porte di una struttura che, causa pandemia, era rimasta chiusa per due anni. E che Jacopo Fo, il figlio di Dario Fo e di Franca Rame, aveva sempre immaginato come il luogo ideale per progetti comunitari e di accoglienza. “Quel progetto doveva avere non soltanto lo scopo di accogliere i rifugiati, ma quello di costruire dei veri percorsi di integrazione e autonomia. Quel primo step era stato fatto, poi aspettavamo l’incontro con una realtà come quella di Kore”, ha spiegato Cinzia Monteverdi, Presidente della Fondazione Il Fatto Quotidiano.
“Il nostro ruolo sarà quello di fornire la capacità gestionale di un progetto che parte dal sociale e diventa impresa. Non vuole creare un’isola, ma un porto di partenza verso la dignità e l’autonomia, per fare le proprie scelte”, ha continuato Cesare Fermi (amministratore di Kore).
“Il progetto si articola su due fronti fondamentali: da un lato, offre protezione, sostegno psicologico e formazione specifica; dall’altro, promuove l’autonomia attraverso attività agricole biologiche, agriturismo, artigianato ed eventi culturali. Al centro di questa iniziativa vi è l’avvio di una cooperativa sociale, che, attraverso un approccio modulare e graduale, mira a raggiungere la sostenibilità economica da sola, reinvestendo gli utili in ulteriori progetti di inclusione e sviluppo locale. L’ambizione è quella di trasformare la storica struttura di Alcatraz in un modello esemplare di integrazione, capace di dare risposta a bisogni reali e di stimolare una rete di solidarietà sul territorio. La cooperativa diventerà il fulcro operativo dell’iniziativa, coordinando attività produttive e culturali e offrendo un percorso completo di formazione e inserimento lavorativo. In questo modo, il progetto non si limita a fornire un aiuto temporaneo, ma si impegna a costruire fondamenta solide per un futuro autonomo e dignitoso.” Racconta Stefano Bertea, Project manager della Fondazione Fo Rame che, insieme a Mattea Fo, ha progettato l’iniziativa e cercato un partner tecnico come KORE per l’aspetto dell’accoglienza.
Alla conferenza stampa ha partecipato il vicesindaco di Gubbio Francesco Gagliardi, il quale ha portato il saluto del sindaco Fiorucci e ha evidenziato la particolare attenzione del Comune di Gubbio al progetto. “L’amministrazione comunale ha concesso in maniera convinta il patrocinio a questa iniziativa, un patrocinio che non vuole essere un atto formale, ma un impegno a una concreta collaborazione, nello spirito di accoglienza e ospitalità che caratterizza la comunità eugubina”. Con l’occasione, il vicesindaco ha voluto sottolineare “il profondo legame della Fondazione Fo Rame con la Città di Gubbio e con il suo territorio, maturato in decenni di attività socio-culturali, realizzate da Dario Fo e Franca Rame e proseguite da Jacopo Fo nel centro di Santa Cristina e ha auspicato anche per il futuro proficua collaborazione con l’amministrazione comunale, a partire dagli eventi che nel 2026 onoreranno il centenario della nascita di Dario Fo, Premio Nobel per la Letteratura nel1997”.
L’assessore alle Politiche Sociali ed educative del Comune di Gubbio, Lucia Rughi, spiega: “Crediamo molto nella validità di questa idea, un progetto che rappresenta la risposta concreta alla necessità delle donne vittime di abusi e violenze di ritrovare la propria autonomia attraverso un adeguato percorso di recupero dopo i traumi subiti. È quell’esperienza necessaria affinché ogni donna che ha subito violenza possa tornare a sentirsi libera, lontana dalle paure e, attraverso una rinnovata sicurezza e fiducia in se stessa, tornare a vivere appieno la sua vita. Spesso parliamo di donne che sono anche mamme: ecco perché diviene fondamentale, unitamente all’indipendenza economica, riacquisire il pieno benessere psico-sociale”.
L’Assessora alle Politiche Sociali e Pari Opportunità del Comune di Perugia, Costanza Spera, commenta così la notizia: “Kore de Alcatraz è un progetto che risponde a necessità concrete e urgenti, fornendo sostegno alle donne sopravvissute alla violenza e prevedendo anche percorsi di reinserimento sociale e professionale. La sua realizzazione è un passo importante per garantire non solo protezione, ma anche l’opportunità di ricostruire una vita dignitosa. Come Amministrazione Comunale sosteniamo con convinzione questa iniziativa, riconoscendo l’importanza di offrire alle donne un percorso di recupero e autonomia, e di affrontare efficacemente il fenomeno della violenza di genere.”
L’agriturismo della Libera Repubblica di Alcatraz, grazie al progetto “Kore de Alcatraz”, aprirà così le sue porte dal fine settimana del 1 maggio 2025. Grazie alla collaborazione con la Fondazione Umanitaria Il Fatto Quotidiano, sarà possibile da subito, attraverso le donazioni, contribuire alla realizzazione dell’iniziativa.
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