Giustizia per le vittime dell’uranio impoverito – Campagna e Manifestazione
30 sono gli anni trascorsi dai primi documentati utilizzi di proiettili all’uranio impoverito nei luoghi dove sono presenti militari e civili italiani: in missioni operative, nei poligoni nazionali, nelle esercitazioni navali lungo tutto il mediterraneo e nelle missioni di pace.
27 sono gli anni da cui si evidenzia che circa 8000 tra militari e civili italiani si sono ammalati di patologie oncologiche durante o al rientro dalle missioni in teatri operativi di Iraq, Bosnia, Kosovo, Somalia, Afganistan. Circa 400 sono i deceduti.
15 sono gli anni in cui quattro Commissioni Parlamentari di inchiesta “sugli effetti dell’utilizzo dell’uranio impoverito” si sono succedute. La IV Commissione afferma nella sua relazione finale che “Sconvolgenti criticità sono state scoperte nel settore della sicurezza e della salute sul lavoro dei militari in Italia e nelle missioni all’estero, che hanno contribuito a seminare morti e malattie”.
9 sono gli anni in cui sono state emesse 250 sentenze di condanna nei confronti del Ministero della Difesa, ottenute dall’Avvocato Angelo FioreTartaglia come consulente legale dell’”Associazione Nazionale Vittime dell’uranio impoverito”, che sottolineano impietosamente come il Ministero stesso fosse al corrente dell’utilizzo dell’uranio impoverito, delle possibili conseguenze sulla salute legate ad una esposizione a esso, sia infine delle misure di protezione altrimenti adottate dalle altre forze Nato presenti nei teatri operativi.
L’utilizzo dei proiettili all’uranio impoverito è tuttora in corso.
Le vittime non sono mai state sostenute da un forte movimento di opinione che coinvolgesse intellettuali o giornalisti nella loro battaglia per la giustizia e la verità, al contrario ci si è trovati a dover combattere anche una campagna di disinformazione che puntava a far passare vittime e familiari come visionari, complottisti o peggio ancora come soggetti spinti da meri interessi risarcitori.
Nel sensibilizzare l’opinione pubblica, che ancora non conosce i reali contorni di questa vicenda, il nostro obbiettivo di giustizia e verità è che lo Stato riconosca IL NESSO DI CAUSALITA’.
L’ANVUI – Associazione Nazionale Vittime dell’uranio impoverito, con tutti i suoi iscritti, chiede giustizia e verità, chiede a ogni soggetto della società civile il contributo per dare la più ampia diffusione possibile alla voce delle vittime.
Ci occorre un sostegno, un contributo, che ci aiuti a far sentire la nostra voce, per non sentirci più soli.
E’ necessario rompere il muro del silenzio che si è creato in questi anni.
Aderisci anche tu alla campagna #GiustiziaVittimeUranio!
Clicca qui per scoprire come fare.
Il 26 ottobre alle ore 10.00 vi aspettiamo in Piazza di Monte Citorio per manifestare insieme e chiedere giustizia.