La polemica del figlio Jacopo: “Vogliamo un vero museo per Dario Fo e Franca Rame”
Gli eredi dei due artisti hanno lanciato una raccolta firme per trovare una sede per l’archivio personale perché la soluzione trovata a Verona “non è mai decollata”: “Nessuno si è fatto mai avanti per preservare la memoria”. Tra i firmatari Ascanio Celestini, Roberto Vecchioni e Paola Cortellesi
“Ci hanno preso in giro, hanno preso per i fondelli innanzitutto loro due, mio padre e mia madre, la memoria di Dario Fo e Franca Rame“. La guerra è dichiarata. Metaforicamente parlando, si intende. A partire lancia in resta è Jacopo Fo, insieme alla attivissima Fondazione Fo-Rame che si occupa di preservare, conservare e tenere in vita il vastissimo materiale culturale e teatrale di due artisti che hanno fatto la storia. E il destinatario è alto: il Ministero della Cultura e il ministro Dario Franceschini.
Lo scorso 24 Marzo, il giorno in cui Dario Fo avrebbe compiuto 95 anni, la Fondazione ha infatti lanciato una campagna col titolo “Un (vero) museo per Dario Fo e Franca Rame” coinvolgendo esponenti del mondo della cultura e del teatro, da Carlo Petrini a Marco Paolini. Semplice e diretta la richiesta: “mantenere la parola che cinque anni fa davanti a Dario Fo il Ministro Franceschini aveva speso: realizzare un vero museo con lo sterminato materiale della vicenda artistica di Fo e Franca Rame”. Quella promessa, accusa oggi Jacopo con la Fondazione, è stata completamente disattesa.
Gli eredi Fo denunciano l’indifferenza del ministro verso quel ricco patrimonio. “Quando mio padre era ancora in vita, il 23 marzo 2016 con la firma della convenzione con il Ministero della Cultura venne trovata una sede dell’archivio di Stato a Verona per trasportare lì le migliaia di materiali inerenti al teatro di Fo-Rame e all’oltre mezzo secolo di loro attività: locandine, articoli, foto, copioni originali, scene, quadri… migliaia e migliaia di documenti. Con il progetto MusALab, inaugurato a Verona, avevamo sognato di creare un polo archivistico museale che potesse essere d’esempio all’Europa, un luogo dove i visitatori potessero sperimentare attivamente l’importanza della cultura. Un museo laboratorio dove diventare protagonisti della valorizzazione del patrimonio. Ma quello che doveva essere un grande museo non è mai decollato”.
La denuncia di Jacopo Fo
La denuncia di Jacopo è pesante: “Negli anni sono stati ristretti gli spazi a disposizione, se vuoi visitare il museo devi telefonare a un custode altrimenti è tutto chiuso, nessun investimento è stato fatto per renderlo un museo attivo e nonostante sia, per quantità di materiale, un luogo unico, ci sono ancora scatoloni lì, coi materiali imballati in depositi non idonei alla loro conservazione e secondo noi nemmeno in sicurezza. Ecco perché dico che Dario Fo è stato preso preso per i fondelli da Franceschini”. Jacopo Fo accusa, oltre all’indifferenza del ministro, anche quella del Comune di Milano e il suo “sbalorditivo silenzio. Nessuno si è fatto mai avanti per preservare la memoria di due illustri artisti milanesi, protagonisti anche della storia sociale e artistica della città”.
Eppure numerosi sono i progetti che la Fondazione Fo Rame ha già organizzato per tenere in vita quella memoria e altri erano in cantiere per i prossimi anni, in collaborazione con la Compagnia Teatrale Dario Fo e Franca Rame. “Verona ci ha regalato molto – ricorda Mattea Fo, la figlia di Jacopo, presidente della Fondazione – Il rapporto con la cittadinanza e i progetti realizzati sono state esperienze bellissime, come la (ri)catalogazione dei materiali promossa dalla Direzione Generale Archivi è un progetto fondamentale che era necessario fare. Ma ora bisogna trovare una sede idonea per spazi e superfici espositive”. E Jacopo: “In giro per il mondo non capiscono come la memoria di due artisti ancora oggi tra i più rappresentati nel pianeta possa essere così maltrattata da noi”.
Alla campagna “Un (vero) museo per Dario e Franca” hanno finora aderito tantissimi artisti e personalità della cultura da Ascanio Celestini a Roberto Vecchioni, Paola Cortellesi, Simone Cristicchi, Moni Ovadia. “Stiamo chiedendo agli amici e agli appassionati che ci seguono di aderire”. Chi vuole può mandare una firma o un video. La mail di riferimento è [email protected]
Articolo di Anna Bandettini pubblicato su www.Repubblica.it il 7 aprile 2021