Dario Fo e Franca Rame, così la città li omaggia
Ieri la cerimonia di intitolazione della corte di palazzo Mazzolari Mosca La nipote del Premio Nobel: «Quando l’ho saputo mi sono emozionata»
La corte di Palazzo Mazzolari Mosca è stata intitolata a Dario Fo e Franca Rame. Ieri, a Pesaro, è stata apposta una targa per ricordare il premio Nobel e l’attrice simbolo del teatro italiano, una vita intera passata fianco a fianco, dietro le quinte e in scena, tra arte e impegno civile.
La coppia era molto legata a Pesaro, anche in virtù del grande contributo che Fo ha dato al Rossini Opera Festival, dal 1994 al 2006. Alla cerimonia, anche la nipote Mattea Fo: «Quando mi hanno scritto che qui a Pesaro avrebbero voluto intitolare uno spazio a Dario Fo e Franca Rame, la mia memoria è andata subito al grande lavoro che mio nonno Dario ha fatto per il Rof – ha detto, con voce commossa –. Quando ho saputo di questa intitolazione, così vicina alla Casa di Rossini, mi sono emozionata. Grazie a tutti i pesaresi che hanno reso possibile che questo spazio diventasse un punto di riferimento per ricordare i miei nonni». Erano in tanti a ricordare la coppia: in prima fila, oltre alla nipote, il sindaco Matteo Ricci, assieme a Marco Marchetti, consigliere della ‘Fondazione Fo Rame’, Daniele Vimini, assessore alla Bellezza e Lorenzo Lugli, vicepresidente della Commissione Cultura per il Comune di Pesaro. Inizialmente prevista per marzo, in concomitanza con il compleanno di Dario Fo e poi rimandata per l’emergenza sanitaria, l’intitolazione non è stata casuale: nel tempo, infatti, Palazzo Mazzolari Mosca ha ospitato diversi eventi di commedia dell’arte, come il ‘Carro dei Comici’ di Carlo Boso, il ‘Burattini Opera Festival’ o lo spettacolo di maschere balinesi di Lucia Leonardi. Ma anche mostre di pittura – arte molto amata da Fo – come la Gavardiana. «E’ un piacere dedicare uno spazio a Dario Fo e Franca Rame in una città che li ha visti protagonisti, a livello teatrale, in tante occasioni – ha evidenziato Vimini –. Quando abbiamo iniziato a ragionare sui luoghi della città per l’intitolazione, la corte di Palazzo Mosca ci sembrava il più adatto: un posto che da sempre ospita cultura, momenti di incontro e festival letterari, ma che negli ultimi anni abbiamo voluto far vivere maggiormente anche grazie al teatro e alla commedia dell’arte». «Nel 2001, pochi giorni dopo l’uccisione di Carlo Giuliani – ricorda Ricci – invitammo Fo alla Festa dell’Unità di Pesaro, per parlare delle violenze di Genova e del movimento No Global, in quanto mancavano le chiavi di lettura di quello che stava succedendo. Lui ha saputo interpretare il movimento giovanile, dandogli una definizione culturale. Ho avuto l’onore di vedere la sua grande creatività e capacità di guardare ai problemi del mondo, battendosi per la libertà e contro le disuguaglianze, pur a volte essendo scomodo». Infine, un omaggio dell’attrice Francesca Gabucci, che ha dedicato una lettura ai due protagonisti della cultura nazionale.
Articolo di Angelica Panzieri pubblicato su Il Resto del Carlino il 4 ottobre 2020.